lunedì 23 luglio 2012

Matrimoni...nell'orto


Certo...certo, anche nell'orto si possono creare ...matrimoni. Tra verdure ovviamente. Il termine non è quello giusto perchè questi accoppiamenti sono chiamati consociazioni.
Va bene...atteniamoci alla regola allora. Vale la pena fare le consociazioni tra verdure varie soprattutto quando l'orto è piccolo. Io quest'anno ho provato nel mio. Ecco le insalate, pomodori, ravanelli e girasoli ...tutti insieme appassionatamente nella stessa parcella.


Secondo la Permacultura, filosofia di vita o come dicono loro " un modo di pensare" consapevole che cerca di far star bene la natura e l'uomo, la consociazione non solo è consigliata....ma obbligatoria se si vuole avere un orto ( in vaso o non) sano e libero da insetticidi .
Che vuol dire Permacultura? La parola deriva dall'inglese Permaculture, e non è altro che la  contrazione di permanent agricolture o di permanent culture. E' stato Bill Mollison a creare il termine perchè secondo lui "una cultura non può sopravvivere a lungo senza una base agricola sostenibile ed un' etica dell'uso della terra".


Ecco alcune regole da seguire se si intende  adottare questa tecnica:
- non consociare mai piante appartenenti alla stessa famiglia.
- cercare di far convivere insieme piante che non hanno lo stesso ciclo colturale.
- le piante devono svilupparsi insieme, affinchè una non prevalga sull'altra.
- unirle solo se hanno un apparato radicale diverso. Per esempio mai carota e cipolla insieme.


Stanno bene insieme invece lattughe e bietole, bietole e cipolle, cavoli e cipolle, mais e fagioli rampicanti, sedano e fagiolo nano, carote e lattuga, lattuga e cipolle, cavolfiore e sedano etc. etc.

                    

photo by me

mercoledì 18 luglio 2012

Le ortensie...regine del mio orto!

       E pensare che una volta non mi piacevano.... 






 Questa volta però lascio parlare le immagini dei miei bellissimi fiori, 
accompagnate da versi che incantano l'animo!
                                                                                                                        
Ti mostri impavida,
ricca di colore e profumo,
ortensia sbocciata improvvisa,



immensa macchia di colore
tra le tue foglie rinate.

(Gabriella Nasi)

Dolce e chiara è la notte
e senza vento,

e questa sopra i tetti
e in mezzo agli orti

 posa la luna
e di lontano rivela
serena ogni montagna.

(Giacomo Leopardi)





                                         
L'ultima è di Salvatore Quasimodo.....

 Ed ecco sul tronco si rompono le gemme:

un verde più nuovo dell'erba che il cuore riposa.

lunedì 16 luglio 2012

Ancora marmellate!

Una stagione molto "fruttuosa"....ed è tempo di marmellate!



Gli alberi dell'orto: prugno e albicocco, quest'anno ci hanno regalato tanta frutta.




Prima di perderle queste preziose prugne...le abbiamo raccolte tutte,  insieme ai primi pomodori, all'insalata e agli ultimi borlotti.



Io la marmellata la faccio al solito modo, non uso pectina, e quindi si tratta di organizzarsi e fare un lavoraccio.
Meno male che l'anno scorso abbiamo comprato una pentolona di acciaio inox grande...che ci serve per fare altre cose ( birra e formaggi), ma è perfetta anche per cuocere la marmellata al posto della caldaia grande di alluminio.

Al lavoro...al lavoro....gira...gira...gira, versa e capovolgi....
ecco i barattoli riempiti di questo nettare meraviglioso e assolutamente biologico, che all'inizio ho provato a confezionare in questo modo.



Questi centrini deliziosi che ho tirato fuori da un cassetto, mi hanno fatto ricordare una carissima amica e collega polacca, dal nome impronunciabile, che aveva scelto di farsi chiamare con il più comune dei nostri: Maria. Anni fa, prima che lei si trasferisse sul Lago Maggiore, ha venduto a me e ad altre colleghe, molti prodotti artigianali della sua terra, tappeti fatti a mano ( bellissimi e di una marca famosa), collane di ambra e tanti lavori in legno.
Recentemente ho saputo che Maria ci ha lasciato da poco e questi centrini, che non ricordavo più perchè finiti in fondo a un cassetto, li ho tirati fuori davvero con grande commozione.


Poi sul blog di Simonetta, ho visto le etichette shabby per i barattoli di marmellata ....me ne sono innamorata e ho ricominciato tutto daccapo.
Fortuna che i barattoli erano ancora lì in cucina, in attesa di essere portati giù in taverna...

Copia, taglia e incolla...e con qualche centrino che alla fine è andato storto,

ecco il risultato finale! 


Che ne dite?

mercoledì 11 luglio 2012

Tante albicocche! E quindi gelato e...gelatina!

Mai viste tante albicocche sul mio albero.



Una qualità strepitosa. Dolci e croccanti. 
Nulla a che vedere con quelle che si comprano



Maturano tutte insieme e quindi occorre provvedere subito al loro consumo.
Dopo averne regalate un pò ad amici e parenti,  anche se parecchie sono cadute in terra tra i pomodori ( che dispiacere vederle lì ormai inutilizzabili)  ci siamo decisi a raccoglierle tutte


 e a trasformarle
in gelato. 
Ecco la purea appena schiacciata con il mixer

e in gelatina


lunedì 9 luglio 2012

Eugenia: dalle rose...al rosolio!

Eugenia è un'amica conosciuta da poco e mi ha colpito il suo amore per i fiori e per le piante in genere. Ma la cosa che mi ha incuriorito di più è la ricetta del suo rosolio. E che gentilmente ci regala. Ma sentiamo cosa dice e pensa dei suoi fiori preferiti, prima di svelarci il suo segreto.....
" La rosa che abbiamo visto sbocciare puo' restare con noi anche in cucina; il suo profumo e' anche un po' il nostro che l'abbiamo curata ed amata. Ho apprezzato la solitudine ed il silenzio all'interno del quale mi sono dedicata a questa preparazione. Piacevolezza nell'intimo dialogo con le mie "bambole" cosi' chiamo le mie rose ed il gioco lieve del ricordo, della ricostruzione simbolica nel gesto del passato...di quelle donne che ci hanno preceduto, capaci di preparare da sole il rinfresco per i matrimoni di casa, di confezionare per tempo quelle piccole e deliziose bottigline di rosolio "l'elisir d'amore"nel linguaggio che voleva essere presenza affettuosa ed augurale ai giovani sposi"....
....Oggi e' piu' difficile coniugare le passioni con il nostro stile di vita. A volte impensabile rubare tempo alla fretta che ci appare sempre di piu' l'eccellenza del nostro dinamismo e che soltanto qualche volta si svela povera di sfumature nel disegno soltanto approssimativo intorno alle sagome dell'esistenza".
 "Il Privilegio di fare il rosolio" 

Coltivare le rose per il proprio piacere e' un'arte che non prevede di aggredire con l'uso di veleni. E' solo affiancando e condividendo la naturalezza che questi fiori possono essere usati anche in cucina. 

Procedimento:

Raccogliere 8 ROSE sbocciate preferibilmente a petalo doppio e ovviamente profumatissime. Separare i petali dal resto del fiore.Tagliare la parte bassa del petalo perche' piu' dura e amara. La preparazione dei petali richiede molto tempo perche' in questa ricetta i petali non vanno lavati in acqua ma puliti con le mani a uno a uno.
Dopo i due giorni previsti per la macerazione, filtrare il liquido attraverso una garza. Travasare in una bottiglia ben lavata ed asciugata a tappo ermetico. A questo punto inizia la stagionatura che ha lo scopo di eliminare dai liquori il sapore dell'alcol. Il tempo di stagionatura per questa ricetta e' di due mesi!
Sono sicura che vi colpiranno queste maioliche e allora ecco che Eugenia racconta anche su questonell'ultimo viaggio in Sicilia mi sono innamorata di queste vecchie mattonelle...poi il lavoro di "architettura"assemblando dei pezzi antichi che avevo. Questa e' la mia fontanina di terrazzo...la uso per innaffiare e per mille preparazioni...
 L'utilizzo del rosolio e' ampio e fantasioso. puoi berlo con gli amici in piccoli bicchieri, usarlo per particolari ricette di dolci, mescolarlo al gelato fatto in casa e allora,


Cin....Cin!

mercoledì 4 luglio 2012

A scuola di cucina - parte terza

I tortellini

Fettuccine...lasagne e tortellini
Questi i primi piatti che abbiamo preparato con la sfoglia tirata a mano.

Ed ecco... il risultato finale


Ma andiamo con ordine.

Questa è Marina, la "mia compagna di banco"!


Il ripieno dei tortellini: melanzane e ricotta. Una delizia.


Il condimento: un sughetto con pomodorini freschi, finocchietto, capperi e olive.
Molto gustoso.

  
I tortellini sono pronti per scendere delicatamente nella pentolona d'acqua bollente. Ovviamente le forme sono varie...chi non è riuscito a chiuderli bene, li ha lasciati come sono venuti... raviolo...mezzo raviolo...cappelletti.



D'altronde ogni luogo ha la sua pasta ripiena. Quali? Ecco le più diffuse.

Agnolotti. Di forma prevalentemente quadrata, vengono preparati soprattutto in Piemonte.

Anolini. La forma è di piccola mezzaluna e sono tipici della zona di Parma e Piacenza. Vengono preparati con stracotto di manzo.

Cappelletti. Pasta ripiena dalla forma particolare che richiama quella di un copricapo maschile dell'epoca medievale. Tipici dell'Emilia-Romagna e di origini antiche, i cappelletti si servono preferibilmente in brodo.

Caramelle. Formato di pasta ripiena tipico dell'Emilia, ha in genere un ripieno realizzato con ricotta, uova, spinaci e parmigiano grattugiato.

Ravioli . Con questo termine si indica una pasta ripiena in generale, che può essere preparata in diverse varianti: può essere quadrata o rettangolare come i tortelli e gli agnolotti, raccolta come i cappellacci, o anche
a mezzaluna e a triangolo. Insomma a piacere!

Tortellini. Con la loro forma tipica, il cui modello nell'immaginario popolare è attribuito a una imitazione dell'ombelico di Venere, i tortellini, specialità contesa tra Bologna e Modena, sono i più conosciuti tra le paste ripiene italiane